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Biografia
E’ quasi un percorso a tappe quello di Pinuccia Nicolosi nel campo dell’arte. Già durante gli studi universitari (è insegnate di lettere) e anche dopo ha frequentato corsi di disegno, nudo, pittura e affresco presso l’AAB. Le prime esposizioni, iniziate nel 1977 mostrano un indirizzo nettamente figurativo, privilegiando soprattutto il colore. In seguito ha frequentato per anni la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia, che l’ha avviata all’uso del torchio, quindi delle varie tecniche incisorie, dell’acquerello astratto e delle tecniche miste. Intense sono state poi esperienze e workshop in Umbria, a Berlino, a Monaco e a Cornuda presso il Museo della Tipoteca Italiana, dove ha lavorato specialmente nella xilografia. Le varie esperienze hanno dato all’artista la possibilità di indugiare con meno insistenza nel segno rigido, che attualmente è più libero e che appare quasi in leitmotiv sia nelle opere sia su tela che su carta.
Pinuccia Nicolosi viene da una consuetudine di affondo nella natura come in un impasto lirico e psichico, cogliendone le variazioni, il senso primigenio, in un crescendo sinfonico, ma anche in una estrema foga, all’appassionata ricerca di una “luce fisica” tutta interna al mondo delle cose e al loro presentarsi improvviso alla coscienza. Scandagliando la natura, anche a colpi di spatola, struggendosi nella terra e nel sottobosco, Pinuccia Nicolosi ne aumenta la tensione, perché ne fa un terreno di lotta e di resa, di caparbietà e d’abbandono, in una vitalità sorda, aspra, ma con un fondo gravido di presentimenti. Domina una luce “oscura” che come un barbaglio o una reliquia viene proprio dall’interno della materia stessa, sottoposta a varie metamorfosi, liberandosi da colori scuri e drammatici, cupi, bluastri, verdi paludosi. Il brulicare della natura è anche un impasto psichico, a dire d’umanità e piante irretite nello stesso destino di viluppo tenace, organico, perché solo nella metamorfosi incessante che dissolve la forma avanza la vita. E insieme l’artista può frugare nella terra umida e ripescare il mondo notturno precipitato nell’acqua come una realtà risucchiata nello specchio dei primordi dell’universo. C’è un cruccio carico di consolazione lirica, nel tentativo di scovare il senso di un’atavica discendenza.
Espone dal 1977. Numerose sono le mostre sia collettive che personali in Italia e a Londra, Berlino, Monaco, New York, Pechino.
Mostre
Sue opere si trovano presso musei, collezioni pubbliche e private fra cui:
- Collezione Arte Contemporanea – Museo Lechi di Montichiari (in quanto vincitrice del Primo Premio Nazionale Ernesto Treccani);
- Collezione della Provincia di Brescia – Palazzo Martinengo;
- Museo – Collezione Paolo VI a Concesio;
- Civica Raccolta del Disegno di Salò – MUSA.