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Biografia
Tullio Ferro, polesano classe 1929, vive sul Garda dal 1960. E’ artista poliedrico: scrittore, poeta, pittore, scultore; ha consumato scarpe, ci tiene a precisare, alla scoperta di luoghi, archivi, monti, corsi d’acqua, storie e miti del Garda. Il risultato delle ricerche è custodito in un patrimonio di più di 30 libri tradotti in più lingue.
Giornalista dal 1967 l’Ordine dei Giornalisti lo ha insignito della medaglia per i 50 di carriera. Nel 1983 progetta e realizza il Premio letterario SIRMIONE CATULLO. Sceneggiatore nel Delta del Po e cronista televisivo per 27 anni sul Garda. Dell’opera di Tullio Ferro tra gli altri hanno scritto Diego Valeri, Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern, Jean Tardieu, Peter Pennington, G.Antonio Cibotto,
Negli anni ‘50 inizia la sua carriera artistica con lo pseudonimo TUFERRO. Ha tenuto numerose mostre personali di pittura in Italia e all’estero, invitato all’ARTS EXPO INTERNAZIONALE A GENEVE, al FREE WORLD INTERNATIONAL ACADEMY – Michigan USA, al PARCO DEI PRINCIPI DI ROMA, a Monaco di Baviera, a Bilbao e a Parigi.
Ha cominciato a dipingere da giovanissimo e si è formato come autodidatta. Il mondo ispiratore è il Delta del Po, gli spazi enormi, i silenzi, quell’atmosfera di un mondo allora sconosciuto, senza strade, un mondo di pescatori, di biciclette, di donne sofferenti. La sua formazione viene dal mondo veneziano, quando al Pedrocchi a Padova segue Palazzeschi, Valeri, Rebellato. Lì abbraccia la poesia assieme alla pittura. Poi è venuto il Garda e la tavolozza si è rafforzata nella tonalità.
“Pittore della realtà visionaria”, come lo definì lo scrittore Massimo Grillandi; “pittore che dipinge in modo aperto, perché ha un’emozione dentro da infilare tra colore e tela” come dirà poi Nantas Salvalaggio, fondatore e direttore di Panorama.
Dai primi anni 2000 Ferro si è dedicato alla scultura: le sue opere sono i FAUNI e le TAVINE, ninfe del lago, signore delle acque che hanno il potere di incantare pescatori e naviganti, poeti e cantori. Protagoniste del poema didascalico in latino “De hortorum cultura” del poeta salodiano del ‘500 Giuseppe Milio Voltolina e narrate dal Grattarolo nella sua Historia della Riviera di Salò del 1599. Molti le hanno solo immaginate, TUFERRO le ha rappresentate e il pubblico le ha scoperte nelle mostre del 2013, 2016 e 2019 alla Galleria Bosio di Desenzano e a Brescia all’AAB nel 2019.
Nel 2018 Tullio Ferro ha ideato la simbologia per il Garda realizzando il “dio Benàco” – nume protettore del lago e protagonista delle sue origini e della sua storia – scultura in legno della quale è stata poi realizzata la fusione in bronzo, argento e dorata in esemplari limitati. La Comunità del Garda ha adottato la scultura dio Benaco quale simbologia ufficiale per il Lago di Garda.
Lo storico prof. Francesco Perfetti ha scritto recentemente di Tuferro “La capacità visionaria – che emerge già in tutta la sua forza nelle tele, nei cartoni e nelle tavolette dipinte – ha trovato in queste sculture lignee e nel loro universo mitologico un’altra e davvero unica modalità di realizzazione espressiva. Una modalità che conferma come Tuferro sia un artista autentico”.