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Biografia
La passione e la dedizione di Salvatore Manenti per la pittura vengono da lontano: da quando, bambino, tornava a casa da scuola con le mani imbrattate e impastate di colore. Da quando frequentava i corsi di pittura organizzati dall’azienda Falck di Vobarno, dove lavorava il padre, e poi presso l’Accademia di Belle arti di Kinshasa, e ancora le lezioni presso l’Associazione Artisti Bresciani tenute da Saleri, Decca, Schinetti, Angelini. In mezzo c’è stata un’esperienza lavorativa di otto anni in Africa – settore grandi cantieri – risultata decisiva per l’immersione in un mondo di colori esotici.
Manenti e la moglie tornano dal Continente Nero 1983 con una visione nettissima e una scelta irrevocabile a favore della pittura. Nel 1994 nasce il progetto culturale e imprenditoriale della Casa d’arte che durerà fino al 2008. Non cessa, neppure dopo, la produzione artistica di Manenti che anzi esplora nuove strade, nuove soluzioni stilistiche. Può sembrare strano dirlo di un artista di 70 anni (peraltro dissimulati da un piglio giovanile e da un entusiasmo creativo che possono fare invidia a molti ragazzi) eppure l’arte di Manenti sembra giunta a un nuovo bivio: quello che comporta il distacco dai rassicuranti percorsi figurativi e il cammino su sentieri più avventurosi che portano verso l’astrazione, verso una cifra stilistica più personale e originale, verso un’impaginazione dei colori sciolta e gestuale. Un ritorno alle origini, in fondo, visto che molte delle opere degli ultimi mesi ricalcano disegni giovanili di Manenti, intrisi della lezione e delle suggestioni di Kandinsky.
Manenti, che ama scrivere, ha tratteggiato una breve autobiografia intitolandola “Ho rinunciato”. Molte infatti le occasioni in cui ha detto no a proposte lavorative che l’avrebbero portato lontano dalla tavolozza, o a soluzioni che avrebbero limitato la sua libertà. Il guadagno che Manenti ha tratto da tanti rifiuti si misura in una libertà espressiva e di ricerca sempre pronta a imboccare nuovi percorsi. Manenti ama anche leggere, e nel suo studio ha appuntato alcune frasi di scrittori e pittori famosi che parlano d’arte. Una di Eugène Delacroix, recita: “La prima virtù di un dipinto è di essere una festa per gli occhi”.
Sembra fatta su misura per l’arte di Manenti. Quella di ieri, quella di oggi.
Massimo Tedeschi