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Il percorso di Mino

Associazione Artisti Bresciani
Mino Raoul Colombo
Brescia, Vicolo delle Stelle 4

La mostra di Mino Raoul Colombo «IL PERCORSO DI MINO» è aperta – nella sede dell’AAB in vicolo delle Stelle 4 a Brescia – fino al 29 gennaio 2020, tutti i giorni (lunedì escluso) dalle 16 alle 19.30.

Mino Raoul Colombo presenta il suo Percorso all’AAB con una mostra antologica che riprende le tappe principali della sua esperienza artistica. È un po’ la metafora della sua vita. Classe 1932, laurea in Economia e Commercio, fino a pochi anni fa buon giocatore di tennis e ancora oggi discreto sciatore, fin da bambino ha il disegno nel suo dna, ma tiene tutto per sé. Almeno fino a sessant’anni quando decide di andare a scuola di pittura, prima con Gianfranco Caffi e Ugo Vinetti, quindi, dal 1994 all’AAB dove, da 25 anni, frequenta i corsi del maestro Enrico Schinetti che definisce il suo allievo ultra ottantenne “artista dentro”.

Che l’AAB sia un po’ la casa di Colombo è confermato poi dalla sua scelta di presentare, nella nostra galleria, una mostra ch’è anche una sintesi del suo ormai lungo percorso, coronato di successi di critica e di pubblico. La scelta di presentare opere che precedono le sue primissime mostre, che risalgono al 1999, e lavori degli ultimissimi tempi, dà poi alla mostra il valore di un’antologica, dunque di un bilancio.

Il percorso di Mino è tutto questo, è una piacevole avventura nell’arte del Novecento e del terzo millennio,  ma  anche l’omaggio affettuoso dell’AAB  ad un allievo, a un pittore che ha maturato una personalità artistica di notevole livello, pregevole nella tecnica, innovativo nel segno, incisivo nell’uso del colore, espressivo nel comunicare situazioni, stati d’animo, emozioni, sentimenti.

Basti, in sede di introduzione, indicare due filoni di opere emblematici dell’indagine di Colombo. Da un lato le enigmatiche figure maschili viste di schiena, l’uomo in nero il cui stato d’animo è riassunto in una data autunnale, il trench stropicciato come la vita di chi l’ha indossato: dettagli, quasi zoom, che aprono squarci di verità sulla vita. Dall’altro le vertiginose visioni dei paesaggi ripresi dall’alto, della serie Azimut: in tempi di droni e satelliti Colombo adotta una visione obliqua, non zenitale, non ortogonale ma sopraelevata e radente su un mondo drammatico, che sulla tela reclama graffi e colori foschi per essere raccontato.

In questo senso il «percorso di Mino» approda a un Meridiano che ci implica, ci inquieta e ci avvince. E che sicuramente non finisce qua. Buon percorso, Mino.

L’ingresso è libero.

In sede è disponibile il catalogo.