Ciascuno cresce solo se sognato
Ciascuno cresce solo se sognato
Mostra delle sculture di Mario Danesi all’AAB dal 2 al 20 luglio 2016
Sabato 2 luglio 2016 alle ore 18, nella sede dell’Associazione Artisti Bresciani in vicolo delle Stelle n. 4 a Brescia, è stata inaugurata la mostra di Mario Danesi (Brescia 1938 – 1995). A vent’anni dalla sua scomparsa, i figli Marco e Silvia e l’Associazione Amici dell’AAB propongono a tutti gli appassionati le sculture di questo artista nato all’ombra della Pallata, autodidatta, schivo e reticente.
Mario Danesi fin da bambino mostra una eccellente manualità, si appassiona al modellismo, plasma la creta con naturale facilità.
Nel 1961 si sposa con Anna Floriani, da cui ha due figli, lavora come impiegato alla Stipel, allora azienda monopolistica della telefonia italiana, visita molte mostre, legge con avidità un po’ di tutto, anche libri d’arte che, talvolta, influenzano la sua produzione. È il caso, ad esempio, del periodo in cui si appassiona alla storia e all’arte della civiltà egizia, cui si ispira per alcune sculture.
La sua, almeno all’inizio, è una attività eclettica: pittura, fotografia (si sviluppa da solo le pellicole in bianco e nero a casa sua), scultura. Sarà poi quest’ultima ad essere la sua passione esclusiva che coltiva nel laboratorio che apre, negli anni Settanta, in via Milano 138, a due passi dal centro di Brescia. Qui passa le sue ore dopo il lavoro, modella la creta (si cuoce da solo le opere in un forno che si è procurato di seconda mano), intaglia il legno, scolpisce il marmo e la pietra, si cimenta con il bronzo e altri metalli. Qui lo vanno a trovare amici e colleghi interessati alle sue opere, qui i figli Marco e Silvia passano molte ore a curiosare mentre il papà lavora.
Qualche abitante della zona con i capelli grigi ricorda ancora il Mario Danesi intento a lavorare davanti alla porta finestra del suo laboratorio. Con la pensione (allora vi si andava più giovani rispetto ad ora) si dedica a tempo pieno alla sua vena artistica, tutti i giorni, mattino e pomeriggio, quasi dovesse timbrare il cartellino, questa volta, però, un cartellino volontario, divertente e piacevole.
Danesi è schivo, quasi reticente a mostrare le sue opere, che sono conosciute e girano nella cerchia di conoscenti e amici e con il passaparola.
Agli inizi degli anni Ottanta, nell’ambito della tradizionale fiera della Madonna delle Grazie (che si tiene in città l’8 settembre e coincide con il compleanno di Mario), Radio Centrale (ora nel circuito di Teletutto) nella sede di palazzo Inselvini (già Fenaroli) organizza una pesca di beneficienza e una mostra di quadri di autori bresciani. La stampa dell’epoca nota, oltre allo scontato apprezzamento del numeroso pubblico per le opere esposte di Fiessi, Dolci, Bergomi, la sorpresa del successo delle sculture di Danesi e la curiosità, in particolare, dei giovani visitatori.
Nel 1986 Majorana tiene a battesimo questo giovane scultore nella Galleria San Michele a Brescia. Nella presentazione Floriano De Santi mette in risalto la professionalità dell’artista e ne sottolinea due profonde tensioni: «l’esaltazione della fattualità chiusa della scultura, del suo essere corpo plastico denso e fisicamente definito» e la capacità di «mettere in gioco di continuo una spazialità aperta e generativa, razionalmente costruita e verificata».
Lo nota Elvira Cassa Salvi, che, sul «Giornale di Brescia», scrive di lui: «Il suo indirizzo stilistico risponde a evidenti suggestioni da Arp e da Brancusi. Egli dà prova di una notevole sensibilità e accortezza tecnica, ma anche di una certa fantasia nei ritmi e nelle variazioni formali astratte […]. Se un’immagine si può delineare tra le curve e i volumi sottili del gioco plastico è quello del volo, dell’ala, dello slancio, della danza».
Luciano Spiazzi, su «Bresciaoggi» scrive che Danesi trova nella scultura «il modo di esprimere appieno i suoi sogni e le sue ossessioni» e ne mette in risalto la semplicità «come lo sono in genere gli scultori autentici, alla base grandi artigiani con una sensibilità della materia fuori del comune».
A parte qualche sporadica ed episodica apparizione, le opere di Danesi vengono esposte soltanto in una seconda mostra, nella ex chiesa di San Zenone, dietro Palazzo Loggia a Brescia, nel 1991. In questa occasione Mauro Corradini, su «Bresciaoggi», scrive: «Il mondo plastico di Danesi si muove alla ricerca di forme pure; i suoi legni ripercorrono la strada di un’astrazione di natura lirica».
La mostra durerà fino a mercoledì 20 giugno, con il consueto orario dal martedì alla domenica, dalle ore 16 alle ore 19,30.
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