Sabato 9 gennaio 2016 alle ore 18, nella sede dell’AAB in vicolo delle stelle, 4 a Brescia è stata inaugurata la mostra di Giuliano Scalvini TERRA BRASILE. Durante l’inaugurazione Luisella Conter e Ugo Orlandi hanno eseguito musiche brasiliane per chitarra e mandolino.
Dopo l’antologica del 2010, l’artista torna all’AAB con una mostra di opere realizzate in questi ultimi anni che raccontano il forte legame dell’artista per il Brasile, da tempo diventato il suo paese di elezione. Ragazzo del Carmine, cresciuto nella orchestra di mandolini e chitarre del maestro Giovanni Ligasacchi, fin da ragazzo ha la passione per la pittura; frequenta lo studio di Emilio Pasini, poi la scuola serale all’AAB dove segue i corsi di Aride Corbellini e di Enzo Vicentini per il disegno e la pittura, e di Domenico Lusetti per la scultura.
Scalvini diventa noto per il suo lavoro di restauratore nella gestione di uno dei più qualificati studi di Brescia fino a quando, amante di viaggi, si stabilisce presso Salvador de Bahia, a Praia do Forte, un villaggio di pescatori che si rispecchia nelle acque cristalline dell’oceano brasiliano. E qui dipinge ispirandosi alla natura rigogliosa, ai colori e alle musiche di una terra che è un po’ divenuta per lui il suo Eden.
Quello di Scalvini è uno sguardo che indaga l’ambiente lussureggiante di foglie verdi e di rosse fioriture, e si posa sugli arara dalle penne multicolori, sull’astuto caimano pronto a tendere un sanguinario attentato,sui giaguari maculati, sui macachi sonnacchiosi, sui trampolieri che pescano nelle acque basse del fiume. Talvolta compaiono gli indios con i loro archi per la caccia, o le donne intente a decorare il proprio corpo con l’argilla bianca e le tinture colorate.
La pittura di questo artista è meditata, viene elaborata con una tecnica raffinata e sapiente, nel cui fondo si possono scoprire modelli e riferimenti classicheggianti; il cesto di pesche e il piatto di fichi, che compaiono sul banco di una scena al mercato, potrebbe averceli messi Vincenzo Campi in persona. È natura in posa sapiente, come in posa sono le splendide modelle dai corpi che esprimono gioia e sensualità.
Nei suoi quadri c’è anche spazio per il paesaggio: la chiesetta in stile coloniale di Praia do Forte di fronte alla distesa azzurra dell’Atlantico, la spiaggia di Cucumbo a Fortaleza con le sue altissime dune di sabbia, la piazza del Pelourinho a Salvador de Bahia con le case che sembrano dipinte da un cake designer, la spiaggia di Capocabana a Rio de Janeiro.
“Giuliano Scalvini – scrive Francesco De Leonardis, curatore della mostra – non ama i simboli e le metafore, ci propone una pittura che fugge ogni forma di elucubrazione concettuale, lascia che il colore generi le forme; la sua attenzione è tutta rivolta alla realtà che ci arriva filtrata attraverso una tavolozza gioiosa, capace di appagare la vista e di suscitare emozioni immediate che non abbisognano di spiegazioni. Il suo Brasile è essenzialmente un atto d’amore pronunciato a voce alta”.
La mostra sarà aperta dal 9 al 27 gennaio 2016 con il consueto orario (16,00-19,30; lunedì chiuso). L’ingresso è gratuito. In sede è disponibile il catalogo.
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